Servizi Fiduciari

Per servizi fiduciari si intendono tutti quegli strumenti giuridici che hanno come caratteristica principale la riservatezza nei confronti di terzi, particolarmente idonei per chi svolge una libera professione, attività di impresa o semplicemente sia titolare di un patrimonio personale o familiare.

Il Cliente, che si avvale di tali servizi, ha la possibilità di creare un “perimetro di segretezza” intorno alla propria ricchezza affinché possa essere amministrata, preservata e trasferita nel tempo nel miglior modo possibile e nel pieno rispetto delle norme vigenti. La riservatezza, dunque, è da intendersi come un valore da preservare e proteggere più che come un mezzo per occultare patrimoni o eludere norme come spesso, impropriamente e pregiudizialmente, si pensa quando si parla di tali servizi.

I “servizi fiduciari” maggiormente conosciuti ed utilizzati sono l’intestazione, o il mandato fiduciario, e il trust e normalmente vengono offerti attraverso una società fiduciaria (ossia da una società appositamente autorizzata per legge all’amministrazione di beni per conto terzi). A seconda degli scopi da raggiungere e degli interessi da tutelare, si possono attuare anche strategie di pianificazione estremamente personalizzate che prevedano l’utilizzo, combinato e simultaneo, di più strumenti.




I servizi fiduciari si rivelano, per la loro efficacia e flessibilità, una valida risposta a diverse esigenze tra cui:


La tutela del patrimonio personale è molto sentita dai professionisti (commercialisti, revisori contabili, medici, architetti, ingegneri, avvocati, amministratori di condominio, etc.) in ragione dei rischi professionali a cui sono esposti e non sempre adeguatamente coperti dalle sole polizze assicurative. Vi sono poi anche altre situazioni, (separazioni, divorzi, incarichi di rilievo “pubblico” o ad alta esposizione “mediatica”) in cui, indipendentemente dall’attività che si svolge, alzare delle “barriere” di riservatezza intorno al proprio patrimonio contribuisce significativamente ad una sua maggior protezione.

In Italia pochissime persone pianificano in vita il trasferimento del proprio patrimonio alle generazioni future. I dati dicono che circa l’85% delle persone non fa addirittura nulla, forse per mancata percezione del bisogno o per scaramanzia o scoraggiata dalla difficoltà e vastità della materia, lasciando, di fatto, che a regolare tali situazioni sia la legge. Allo stato attuale la normativa italiana, che si basa sul concetto “tradizionale” di famiglia, non prevede situazioni familiari “alternative” ben presenti nella realtà come, solo per citarne due, le convivenze (che nel 2015 supereranno numericamente i matrimoni) e le coppie o unioni di fatto. Al di là di valutazioni morali e sociologiche, che non ci appartengono, per coloro che si trovano in simili situazioni è consigliabile “attivarsi” in tempo (leggasi: quando ancora in vita) per scongiurare il rischio che, stante la attuale normativa, il loro patrimonio possa passare di mano ben diversamente da come avrebbero desiderato. Si deve anche constatare che c’è un “virtuoso” 15% di persone che invece affronta la delicata questione di tramandare le proprie ricchezze quando non ci sarà più e, nella maggior parte dei casi, per raggiungere lo scopo utilizza il testamento. Può accadere però che anche il testamento, ovviamente regolarmente redatto, seppur strumento di indubbio valore non possa rispondere completamente a particolari esigenze come, invece, potrebbero fare gli strumenti di cui trattiamo, più dinamici e con caratteristiche di “ultrattività” .

I passaggi generazionali in una famiglia spesso, in ragione della composizione del tessuto produttivo italiano, sono strettamente legati a quelli in azienda e dunque richiedono una attenta “visione” di insieme, poiché devono garantire la continuità aziendale nel tempo oltre che evitare dissapori nella famiglia dell’imprenditore. Un dato statistico: nei primi 5 anni dal loro avvio, il 90% delle nuove aziende di matrice familiare cessa la propria attività, del rimanente 10%, il 67% scompare o passa di proprietà dopo la prima generazione e, sempre riferendoci a questo 10%, solo il 12% sopravvive con la stessa proprietà di controllo oltre la terza generazione. E’ dunque fondamentale progettare dall’imprenditore, quando è ancora in vita, il passaggio generazionale per non dissipare e disperdere il patrimonio aziendale (si pensi, per esempio, al know-how di molte imprese artigianali o al brand rappresentativo di una importante nicchia di mercato).

Servizio ideale per clienti “multi-bancarizzati” in quanto permette di gestire in modo unitario e riservato la propria posizione fiscale relativa ad assets finanziari (per i quali opera il regime di risparmio amministrato) detenuti appunto su più intermediari, sia in Italia che all’estero. La società fiduciaria, formale titolare dei rapporti, operando come sostituto d’imposta potrà compensare plus e minusvalenze relative all’intera posizione fiscale. Al vantaggio della “ottimizzazione” fiscale va aggiunta la possibilità per il cliente di avvalersi di una consulenza completa e personalizzata su tutto il patrimonio, esistente su più banche, attraverso un monitoraggio continuo degli obiettivi di investimento e del rischio complessivo di portafoglio.


Inoltre relativamente ai servizi di “ottimizzazione” fiscale è di recente diffusione il mandato senza intestazione attraverso cui la società fiduciaria, in particolari situazioni, svolge il ruolo di sostituto d’imposta o effettua specifiche comunicazioni all’Amministrazione Finanziaria semplificando notevolmente gli adempimenti fiscali delle persone fisiche. Leggi qui alcune analisi di corretto utilizzo di instestazione fiduciaria e di trust.