PRODOTTO MIGLIORE O COMPORTAMENTI CORRETTI?


PRODOTTO MIGLIORE O COMPORTAMENTI CORRETTI?




Capita spesso ai consulenti di sentirsi chiedere, da qualche cliente, quale sia il prodotto di investimento migliore ossia quello in grado di generare i migliori rendimenti, preferibilmente, in tempi brevi e, possibilmente, con poco o nessun rischio.

A tale domanda ingenua ed un po’ improvvida, non può essere data una risposta seria, se si vuole essere rispettosi verso l’investitore; o meglio, l’unica risposta possibile è: “semplicemente non esiste (risposta)!”

Infatti, detenere strumenti finanziari di qualità, per conseguire rendimenti significativi nel tempo, è condizione necessaria ma non sufficiente.

Prima di analizzare questa affermazione, può tornare utile conoscere la storia del leggendario Peter Lynch, considerato, ancora oggi, il miglior gestore di fondi d’investimento al mondo.

Peter Lynch


Nel mese di maggio del 1977 prese la gestione del fondo Magellan di una nota casa di investimento americana. All’epoca si trattava di un piccolo fondo con solo 18 milioni di dollari in gestione ma, quando 13 anni dopo, nel 1990 Lynch, ormai ricchissimo, rassegnò le dimissioni da gestore, gli asset in portafoglio avevano superato i 14 miliardi di dollari, grazie essenzialmente agli eccezionali rendimenti offerti dal fondo.

Chi avesse seguito Lynch fin dall’inizio della sua avventura, si sarebbe garantito un rendimento annualizzato di oltre il 29%, il doppio del rendimento, già molto soddisfacente, dell’indice S&P500 (l’indice rappresentativo dei migliori 500 titoli della Borsa Americana) nello stesso orizzonte temporale.

Ad esempio, chi avesse investito 10.000 USD nel 1977, se ne sarebbe ritrovati circa 280.000 solo 13 anni dopo.

Verrebbe da pensare che, tutti coloro che in quegli anni avessero detenuto nel loro portafoglio questo formidabile fondo di investimento, avrebbero senz’altro ottenuto rendimenti a dir poco eccezionali ma la realtà, come spesso accade, è invece ben diversa.

Infatti, un’analisi effettuata dallo stesso Lynch dimostrò, lasciando sconcertato anche lui, che circa il 50% dei sottoscrittori del fondo Magellan avevano addirittura perso denaro.

Come è possibile che una persona su due tra quelle che avevano acquistato un prodotto capace di incrementare, in 13 anni, in modo impressionante il capitale, non solo non avevano guadagnato nulla ma accusavano addirittura perdite?

Il motivo è semplice: molti clienti avevano disinvestito sconsideratamente nelle fasi di calo dei mercati o erano entrati quando i prezzi erano troppo alti ma, soprattutto, non avevano un chiaro e definito orizzonte temporale di riferimento per il proprio investimento (nel caso di specie sarebbero bastati poco più di una dozzina di anni). Dunque, avevano agito senza una reale strategia o pianificazione di medio-lungo periodo, lasciandosi guidare, verosimilmente, dalla frenesia di guadagni facili e soprattutto veloci, dimenticando o sottovalutando i rischi associati agli investimenti, soprattutto se sui mercati azionari.

E’ bene ricordare che il fondo, come è normale che sia, passò anche attraverso oscillazioni significative negli anni, basti pensare al Black Monday del 1987. Il 19 ottobre 1987, infatti, l’indice Dow Jones della Borsa USA perse il 22,6% in un solo giorno e neanche un eccellente gestore come Lynch poté tamponare le perdite in una situazione del genere. Infatti, anche il suo fondo ridusse sensibilmente il proprio valore in quei giorni!

Si racconta che, durante la terribile crisi dell’ottobre 1987, Lynch si prese una vacanza mentre molti clienti, anche con alle spalle una apparente buona esperienza negli investimenti, si fecero prendere del panico, liquidando irresponsabilmente le loro posizioni.


E’ probabile che molti investitori si erano più che altro affannati a comprare quello che era il fondo migliore (e quello di Lynch indubbiamente lo era), senza preoccuparsi del fatto che anche uno strumento di investimento eccezionale può non generare guadagni se non si adottano delle semplici ma basilari regole di comportamento. Dunque, l’aver ignorato questo ultimo fondamentale aspetto dissipò tutti i vantaggi che la eccellente gestione di Lynch aveva portato al fondo nel tempo.

Qui subentrano le regole che bisogna conoscere e, soprattutto, i comportamenti da applicare.

Ogni bravo gestore professionale (e Lynch sicuramente è stato tra i migliori di sempre) con il mercato in ribasso effettua acquisti selettivi di titoli che ritiene abbiano valore e, così facendo, trarrà grandi vantaggi dai fisiologici rialzi futuri, proprio grazie al fatto che riesce ad accumulare a prezzi bassi e, dunque, molto convenienti.

Al cliente ovviamente non si richiedono tali abilità, visto che delega la gestione ad un professionista; ma gli si richiede, in queste situazioni critiche e peraltro molto ricorrenti nella storia dei mercati, di fare una sola cosa: non fare nulla!

Essere realmente consapevoli dell’importanza di un tale comportamento significa aver pianificato i propri investimenti in termini di obiettivi da raggiungere con un adeguato orizzonte temporale e, dunque, avere una strategia forte e chiara, preferibilmente condivisa con un esperto del settore che supporta l’investitore nel tempo.

Il panico o l’euforia sono i veri nemici dell’investitore e non certo i mercati che, per loro natura – ed in questo risiede la loro peculiarità – oscillano e, sempre più spesso, in modo molto repentino e violento.

Insomma, si può avere il gestore migliore del mondo ma una parte importante dei risultati di un investimento dipendono dai comportamenti e dalla emotività dell’investitore e non dalle capacità del gestore.

Tutto ciò dimostra che l’aspetto emozionale recita un ruolo determinante e, se non controllato, quasi sempre dannoso per l’investitore.

Bisogna avere razionalità ed essere disciplinati e lasciar passare la “tempesta” quando accade e, avendone la possibilità, approfittarne per acquistare e mediare le posizioni.

La storia della finanza insegna che il tempo (da intendersi come orizzonte temporale e non come timing), la disciplina e un’adeguata pianificazione degli investimenti – meglio se fatta con il fondamentale e in molti casi imprescindibile supporto di un buon consulente finanziario – sono dei buoni compagni di viaggio ma che troppo spesso risultano assenti!


Scritto da Donatello Ceccotti © 2023