Il Credito

In via generale si può definire il credito come il trasferimento di denaro o di altra forma di potere d’acquisto da un soggetto (detto cedente o creditore) ad un altro (detto cessionario o debitore) che si impegna a rimborsare quanto ricevuto ad una data futura (in una o più soluzioni) unitamente alla corresponsione di un interesse.

Pertanto, il credito e il debito sono termini che descrivono la medesima operazione vista da angolazioni opposte. Le origini del credito hanno radici antichissime e risalgono ai Sumeri e ai popoli della Grecia antica; mentre le funzioni di deposito e prestito, come le conosciamo oggi, si sviluppano nel Rinascimento con i banchieri fiorentini che alle attività di prestatori, custodi e cambiavalute aggiunsero quella di garanti dei pagamenti. All’inizio del XV secolo, infatti, Firenze è forse la città più ricca e potente del mondo: i suoi banchieri, che nel frattempo avevano inventato strumenti a noi oggi ben noti come gli assegni, le lettere di credito e buoni del tesoro, facevano prestiti a Re, Imperatori e Papi. L’antico ed essenziale concetto di “prestito” si è evoluto nel tempo ed ha assunto nomi diversi: mutuo, prestito personale, credito al consumo, acquisto a rate, etc..

Nella sua lunga storia, dunque, il credito in ogni sua forma (destinato agli Stati, alle imprese e ai consumatori) rappresenta una leva determinante per lo sviluppo economico dell’intero mercato globale. In assenza di un’adeguata offerta di credito, attività tipicamente svolta dalle banche, i consumi soffrirebbero così come le imprese che risulterebbero limitate nella loro crescita e nel loro sviluppo.




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L’aspetto su cui soffermare l’attenzione, con riferimento soprattutto ai consumatori privati, è capire se e perché possa aver senso chiedere denaro a prestito e quali conseguenze comporti. E’ opportuno, in questi casi, aver chiari gli obiettivi: avere una casa, possedere una bella auto o far studiare i propri figli sono cose che la maggior parte delle persone reputa importante raggiungere. Può, però, accadere che le disponibilità finanziarie possedute non siano sufficienti per raggiungere quanto desiderato al momento “giusto”. Utilizziamo una situazione abbastanza diffusa, come esempio, per comprendere meglio il concetto: l’acquisto della casa.

Generalmente, quando la famiglia cresce si ha necessità di avere una casa “adeguata”, ma è poco probabile che si possa avere a disposizione una somma di denaro (sia essa già risparmiata o ricevuta in regalo) tale da consentirne l’acquisto. In questi casi, accedendo al credito, si può anticipare il godimento di questo bene importante. In attesa di poterla acquistare accumulando i risparmi, l’alternativa potrebbe essere quella di prenderla in affitto, pagando un canone di locazione. Nel frattempo, però, gli anni passano e le esigenze mutano: quando ci si potrà permettere la casa “desiderata” e godersela insieme ai figli, c’è il rischio che questi ultimi, ormai cresciuti, siano andati a vivere da soli e, dunque, la casa “grande” in questo “momento” non avrebbe la stessa “utilità”. Ci sono molte altre situazioni che riguardano l’ambito personale, familiare e professionale in cui, differendo o anticipando il medesimo obiettivo, si possono ottenere livelli di “utilità” significativamente diversi. Ne consegue che è importante conoscere, non solo quali siano gli obiettivi da raggiungere, ma anche il quando e il come raggiungerli, in modo da pianificare una strategia che porti al miglior risultato possibile.



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Se investire i propri risparmi è rischioso, indebitarsi, probabilmente, lo è ancora di più. Poiché l’indebitarsi comporta un costo, bisogna mantenere sempre un equilibrio, nel tempo, tra quello che si vuole e come lo si può raggiungere. Lo status di “debitore” può, comprensibilmente, generare ansia e preoccupazione, perché si assumono impegni per il futuro in condizioni di incertezza. Ecco perché bisogna essere attenti, disciplinati e rigorosi, per equilibrare le giuste pretese di “godimento” immediato di un bene con gli impegni, spesso molto onerosi, assunti per il futuro. Le logiche che regolano il credito e l’operatività degli intermediari bancari, spesso, sono molto diverse (per non dire distorte) da quelle del cliente; perciò debbono essere conosciute e comprese per non sottovalutare alcuni fattori importanti per avere “merito creditizio” (ad esempio: un livello di indebitamento sostenibile, il regolare pagamento delle rate, motivi per cui si richiede un credito e modalità con cui restituirlo).

Il ricorso al credito può essere “strategico”, poiché a volte è molto vantaggioso non solo, come abbiamo già accennato, in termini prettamente qualitativi (poiché mi anticipa il godimento di un bene) ma anche quantitativi: ad esempio rispetto all’uso di risorse risparmiate (quando il costo del credito risulta più basso del rendimento generato dagli investimenti); oppure quando permette un “efficientamento fiscale”, grazie alla possibilità di recuperare fiscalmente interessi, oneri o canoni, a seconda del bene che si acquista o dell’attività che si svolge. Appare dunque evidente che la gestione del patrimonio va fatta avendo sempre una visione di insieme, evitando di operare a compartimenti stagni: risparmiare denaro per investimenti e prendere a prestito soldi non sono attività distinte, ma sono due facce delle stessa medaglia!